biografia breve

1928 Ugo Mulas nasce il 28 agosto 1928 a Pozzolengo in provincia di Brescia. Nel 1948 dopo il liceo classico si trasferisce a Milano dove si iscrive a Giurisprudenza e per mantenersi agli studi lavora come istitutore. Termina gli studi ma decide di non laurearsi.

1951 Fra il 1951 e il 1952 inizia a frequentare il bar Jamaica, luogo di ritrovo di intellettuali e artisti. Milano nel dopoguerra, la sua periferia, il bar Jamaica e le sale d’aspetto della Stazione Centrale sono i luoghi delle prime fotografie di Ugo Mulas, che saranno pubblicate nel 1955.

1954 La sua attività ufficiale di fotografo comincia con la Biennale di Venezia del 1954. Nel 1955 a Milano apre il suo primo studio fotografico. Inaugura una collaborazione stabile con la rivista “illustrazione Italiana”. Parallelamente agli sviluppi del suo lavoro artistico collaborerà per tutta la vita con il mondo dell’industria, della pubblicità e della moda.

1956 Tra il 1956 e il 1957 per la «Rivista Pirelli» e per «Domus» inizia a curare articoli d’arte e di architettura; pubblica regolarmente servizi di moda sulle riviste «Bellezza» e «Novità» futura Vogue. Nel 1958 sposa Antonia Mulas, “Nini” Bongiorno, che sarà sua compagna di vita ma anche del mestiere e dell’arte.

1960 Nel 1960, in occasione di una tournée a Mosca con il Piccolo Teatro di Milano, realizza un reportage indipendente sulla Russia. Per il teatro collabora con Giorgio Strehler, insieme definiranno una modalità di documentazione della scena teatrale. Nel 1960 si allestisce la sua prima mostra alla XIIª Triennale di Milano a cura dello storico dell’arte Lamberto Vitali e la seconda al “Piccolo Teatro”.

1962 Nel 1962 documenta la manifestazione Sculture nella città per il quinto Festival dei Due Mondi di Spoleto curato da Giovanni Carandente, in questa occasione conosce David Smith e Alexander Calder per ciascuno dei quali realizzerà una monografia. Sempre nel 1962 realizza e pubblica una serie di immagini dedicate alla raccolta di poesie “Ossi di seppia” di Montale.

 

1964 L’incontro con la Pop Art presentata alla Biennale di Venezia nel 1964 spinge Mulas nell’autunno dello stesso anno a partire per gli Stati Uniti per realizzare un reportage sulla nascente scena artistica newyorkese. In collaborazione con David Smith pubblica “Voltron”. Del 1964 la celebre sequenza per Lucio Fontana: “l‘Attesa”.

1967 Sperimenta nuove aperture tra arte e moda per Vogue e per Mila Schön, coinvolgendo artisti come: Alighiero Boetti, Pino Pascali, Lucio Fontana, Alexander Calder. Pubblica in tre lingue” New York, the New Art Scene” e il libro su Alik Cavaliere. Segue le manifestazioni artistiche più importanti: a Foligno “Lo spazio dell’immagine”, a Venezia e a Milano le contestazioni del 1968 alla Biennale e alla Triennale, a Kassel “Documenta”.

 

1968 Nel 1968 realizza i primi studi per le “Verifiche”. Nel 1969 documenta Campo Urbano: manifestazione organizzata a Como da Luciano Caramel che raccoglie alcuni protagonisti della neoavanguardia italiana e con Bruno Munari realizza un libro sull’evento. Nel 1969 a Venezia fotografa i gioielli di Arnaldo Pomodoro. Realizza le scenografie per l’opera lirica “Giro di vite” di Benjamin Britten e per il “Wozzeck” di Alban Berg.

1970 In questi anni intensifica la ricerca per le “Verifiche”: un insieme formato da 14 opere, strutturato in immagini e testi, volte a definire la materia fotografica e i suoi codici tecnici, linguistici, etici. Definisce il progetto “Un archivio per Milano”, partecipa alla mostra Amore mio organizzata da Achille Bonito Oliva e realizza il reportage della mostra Vitalità del Negativo al Palazzo delle Esposizioni a Roma.

1971 Nel 1971 alla Galleria dell’Ariete di Milano espone la Verifica 1 – Omaggio a Niépce e la prima versione della Verifica 2 – Autoritratto per Lee Friedlander. Sempre nel 1971, pubblica il volume su Alexander Calder “Calder” – avviato nel 1963 nella casa-atelier di Sachè in Francia – di cui realizza anche il progetto grafico.

 

1973 Nel 1972 cura con l’amico e storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle una retrospettiva della sua opera. Muore a Milano nella sua casa-studio il 2 marzo 1973. Nel maggio dello stesso anno si inaugura a Parma la retrospettiva a Palazzo della Pilotta: Ugo Mulas. Immagini e testi. Viene pubblicato il libro in collaborazione con Pietro Consagra “fotografare l’arte.” Il 21 aprile 1973 Einaudi pubblica “La fotografia” volume in cui Ugo Mulas consegna gli strumenti fondamentali per la comprensione della sua opera

biografia estesa

Ugo Mulas nasce il 28 agosto 1928 a Pozzolengo in provincia di Brescia.  Nel 1948 dopo il liceo classico si traferisce a Milano dove lavora come istitutore per mantenersi agli studi di giurisprudenza.  Fra il 1951 e il 1952 si iscrive a un corso serale di disegno di nudo all’Accademia di Brera e inizia a frequentare il bar Jamaica, luogo di ritrovo di intellettuali e artisti. Terminati gli studi decide di non laurearsi “[…] perché temevo che mi sarei lasciato condizionare per sempre […] ho preferito rischiare di fallire di diventare uno spostato, uno senza mestiere […]” [1]

Milano nel dopoguerra, la sua periferia, il Bar Jamaica e le sale d’aspetto della stazione Centrale dove trovano rifugio i senza tetto, sono i luoghi delle prime fotografie di Ugo Mulas.

Nel 1954 realizza il primo reportage ufficiale alla Biennale veneziana: La mia attività ufficiale di fotografo è cominciata con la Biennale di Venezia del 1954; allora non avevo nessuna pratica, e nessun’arte.  Ero partito da Milano con Mario Dondero senza una ragione precisa tranne che la voglia di avvicinare questo mondo in una maniera più coinvolgente” .[1]

Scrive Tommaso Trini: “Col primo servizio realizzato alla Biennale veneziana nel 1954 egli individua subito la sua relazione preferenziale con l’arte, mai trascurata nonostante il successo crescente e più redditizio che gli riserveranno anche i campi della moda, della pubblicità e del teatro, e stabilisce la scena di una lunga frequentazione che lo vedrà scattare a Venezia le sue ultime foto pubbliche nell’estate 1972. Non sono tanto gli oggetti d’arte ad attirarlo quanto i personaggi, la gente, il senso dell’evento. È il fotoreporter che movimenta attori e quinte della mostra a Venezia ritraendoli come su un palcoscenico.” [2]

Nel 1955 le fotografie realizzate al bar Jamaica fra il1953 e il 1954 sono pubblicate nel settimanale “Tutti”; il servizio procura a Mulas una collaborazione stabile con la rivista “Settimo Giorno”. A Milano apre il suo primo studio fotografico: il rapporto con il laboratorio e la camera oscura saranno centrali nell’opera del fotografo, che curerà sempre personalmente la stampa delle proprie fotografie.

Nel 1958 incontra e sposa Antonia Bongiorno, «Nini». Antonia Mulas sarà la sua compagna di vita ma anche del mestiere e dell’arte, affiancandolo nella direzione di uno studio professionale che diviene un riferimento per una nuova generazione di fotografi.

Sempre nella seconda metà degli anni Cinquanta, parallelamente agli sviluppi del suo lavoro artistico, inizia a collaborare con il mondo dell’industria, della pubblicità e della moda. Dal 1955 al 1962 pubblica con Giorgio Zampa numerosi reportages per “L’Illustrazione Italiana”, diretta dall’amico Pietrino Bianchi. Tra il 1956 e il 1957 per la “Rivista Pirelli” e per “Domus”, inizia a curare articoli d’arte e di architettura; pubblica regolarmente servizi di moda sulle riviste “Bellezza” e “Novità” (in seguito “Vogue”). L’incontro con la stilista Mila Schön segna la nascita di una collaborazione artistica che durerà per tutta la vita del fotografo e che continuerà con Antonia Mulas.

Nei primi reportages di moda “Mulas intreccia i suoi interessi, quello per l’arte e un certo senso neorealista ed etico, quello per il paesaggio urbano e il senso sociale del lavoro, che lo portano a evitare certe abitudini di quegli ambiti, della moda e della pubblicità in special modo, quindi a non esaltare il lusso…»” [3]

Nel 1960, in occasione di una tournée a Mosca con il “Piccolo Teatro” di Milano, realizza un reportage indipendente; Mulas è testimone di una realtà allora quasi sconosciuta: «immagini che vogliono renderci partecipi di un modello esistenziale, di una vita di relazione, non dell’ironia di un giudice sovramesso o della retorica di una partecipazione asservita sul piano dell’ideologia».[4] Per il teatro collabora regolarmente con Giorgio Strehler, con il quale pubblica le fotocronache di due pièces brechtiane rappresentate al “Piccolo”: “L’opera da tre soldi” (1961) e “Schweyk nella seconda guerra mondiale” (1962). Nel 1964, in occasione della messa in scena della “Vita di Galileo” di Brecht, Mulas mette a punto con Strehler una modalità di documentazione fotografica ispirata alla tecnica del drammaturgo tedesco, che rimase la sua prassi di rappresentazione dei lavori teatrali. Nel 1960 si allestirono le sue prime due mostre, la prima alla XIIª Triennale di Milano a cura dello storico dell’arte Lamberto Vitali e la seconda al “Piccolo Teatro” di Milano.

Nel 1962 pubblica “Invito a Venezia” monografia dedicata alla città con introduzione di Peggy Guggenheim e realizza il reportage della manifestazione “Sculture nella Città” per il quinto “Festival dei Due Mondi” di Spoleto. Giovanni Carandente, curatore del festival, riunisce oltre 50 scultori, alcuni fra loro realizzano le opere negli stabilimenti messi a disposizione per l’occasione dalle acciaierie “Italsider”. Mulas fotografa le fasi di produzione delle sculture e il loro inserimento nel tessuto della città. “Alcuni (scultori) scelsero degli stabilimenti molto moderni, molto attrezzati, David Smith scelse invece una vecchia fabbrica in abbandono a Voltri […] diceva che non ne aveva mai viste, non ne esistevano più di fabbriche così vecchie. Le macchine dei primi anni del Novecento avevano ancora delle forme antropomorfiche; sono macchine che sembra abbiano gambe, bocche, sessi, sembrano già da sole delle sculture… in nessun altro posto Smith avrebbe potuto fare quelle sculture, infatti, le intitolò tutte: Voltri I, Voltri II, ecc. ecc.…” [5]

Le fotografie fatte a Voltri saranno le protagoniste del volume a cura di Carandente “Voltron” pubblicato nel 1964 dall’ Institute of Contemporary Art dell’università della Pennsylvania.

A Spoleto Mulas ritrova Arnaldo Pomodoro, conosce Pietro Consagra e Alexander Calder e  inizia una amicizia che porterà alla realizzazione di una monografia per ciascuno di loro.

Sempre nel 1962 Ugo Mulas realizza una serie di immagini dedicate alla raccolta di poesie “Ossi di Seppia” di Eugenio Montale. Ho proposto a un giornale di fare delle fotografie per illustrare dei versi di Montale, in particolar modo Ossi di seppia, versi che io avevo molto amato da ragazzo e che conoscevo quasi a memoria […]. Illustrare Ossi di seppia può sembrare facile però è anche facile cadere nella banalità perché alcuni versi sono già così visualizzati che tentare di renderli figurativamente con una foto non aggiungerebbe nulla al senso dei versi stessi, sarebbe solo una ripetizione. Io penso che l’illustrazione debba aiutare a capire il testo, debba aiutare a leggerlo…” [6]

“Il mare, senza orizzonte, diventa assolutamente verticale, pare scendere dall’alto dell’immagine verso il basso […]. Il rovesciamento dell’orizzontalità in verticalità è forte, quasi violento a volte, altre volte più sofisticato[…].  Ma non solo il mare è protagonista di questi paesaggi, anche la roccia, il suo opposto, per solidità, staticità, incombenza. Anche qui Mulas gioca su orizzontalità e verticalità”. [7]

Nel 1963 la visita di Antonia e Ugo Mulas nella casa-atelier di Sachè in Francia segna la nascita del progetto fotografico dedicato allo scultore Alexander Calder che si concluderà con il libro pubblicato nel 1971. “L’ambiente, l’uomo, l’amicizia hanno influito, spesso in modo decisivo, sul mio lavoro, e Calder ne è stato un protagonista. Per lui volevo fare qualcosa di molto bello, volevo delle fotografie che fossero significative del suo atteggiamento, dell’aspetto giocoso della sua opera […]. Dalle foto non doveva trasparire altra intenzione che quella di dichiarare il mio amore per la sua opera e la gioia che mi dava la sua amicizia. Un omaggio totale”. [8]

Nel 1964, nello studio milanese di Lucio Fontana, Mulas realizza la serie di immagini intitolata “L’Attesa”: “Di tutte le fotografie, soltanto una serie praticamente fatta nel giro di una mezz’ora ha un senso preciso. Fino a quel momento l’avevo fotografato e basta, ora volevo finalmente riuscire a capire che cosa facesse. Forse fu la presenza di un quadro bianco, grande, con un solo taglio, appena finito. Quel quadro mi fece capire che l’operazione mentale di Fontana, che si risolveva praticamente in un attimo, nel gesto di tagliare la tela, era assai più complessa e il gesto conclusivo non la rivelava che in parte”. [9]

L’incontro con la “Pop Art” presentata alla Biennale di Venezia nel 1964 spinge Mulas nell’autunno dello stesso anno a partire per gli Stati Uniti (dove ritornò a più riprese nel 1965 e nel 1967) per realizzare un reportage sulla scena artistica newyorkese. Scrive Germano Celant:” Mulas si reca a New York e dilata l’orizzonte della sua costruzione e della sua interpretazione. Oltre ad interpretare se stesso, la sua passione, che si chiarisce, ora, anche attraverso il dialogo con il fotografo Robert Frank, come un linguaggio articolato e cosciente, arriva a “scrivere” un testo fotografico eccezionale, che nel 1967 diventerà il libro “New York, arte e persone”. Volendo portare al massimo compimento l’esegesi per immagini di un entourage, che si affermerà quale leader dell’arte mondiale, Mulas lavora sul significato preliminare del dipingere di Jasper Johns, dà senso all’accumulo caotico di John Chamberlain, ricostruisce filologicamente il procedere scultoreo di George Segal, interpreta la neutralità e l’asetticità di Andy Warhol e permette infine lo sfogo teatrale, tipico dei suoi happenings, a Claes Oldenburg.

L’arte di New York ed i suoi vati, tra cui il gallerista Leo Castelli e il teorico Alan Solomon, si offrono, accanto ai lofts dei collezionisti e degli artisti, come una serie di fenomeni individualisti, intersecati da princìpi professionali e dal gioco. Per decifrarli il fotografo documenta il loro mondo ignoto, lo fa diventare noto. Lo apre allo sguardo e gli dà chiarezza. Libera l’intimità dei loro segreti e delle loro matrici iconografiche, trasforma la presenza di Roy Lichtenstein in un fumetto, evidenzia l’impersonalità ossessiva del dipingere di Frank Stella, comunica l’amore del vuoto e del minimo di Barnett Newman.”  [10]

Nel 1967, tornato definitivamente in Italia, pubblica” New York, the New Art Scene” e presenta la mostra “New York: Arte e Persone” alla galleria “Il Diaframma”. Esce il libro su Alik Cavaliere a cura di Guido Ballo. Segue le manifestazioni artistiche più importanti: a Foligno “Lo spazio dell’immagine”, a Venezia e a Milano le contestazioni del 1968 alla Biennale e alla Triennale, a Kassel “Documenta”.

Sperimenta nuove aperture tra arte e moda: La fotografia è diventata intanto molto più essenziale, la scena quasi vuota, la modella, lo spazio, pochissimi altri elementi, nere sagome dipinte su pareti e pavimento, come ombre, giochi di ombre vere e finte, giochi di specchi […]”.[11] Per Vogue Uomo posano nel suo studio, fra gli altri, Alighiero Boetti, Valerio Adami, Pino Pascali, Paolo Scheggi, Tommaso Trini, Lucio Fontana, Agostino Bonalumi, Ettore Sottsass, Luchino Visconti; per Mila Schön crea connessioni con diversi artisti, fra cui Lucio Fontana, Mario Ceroli, Alexander Calder.

Nel 1966 Mulas cura con Guido le Noci la riedizione del “Manifiesto Blanco” di Lucio Fontana.

Fra il 1967 e il 1969 Mulas stampa i primi grandi provini, rilettura dei reportages sugli artisti americani. Le opere mostrano intere sequenze fotografiche realizzate con i singoli artisti a metà degli anni Sessanta: si tratta di immagini di grandi dimensioni ottenute stampando a contatto varie pellicole o ingrandendo strisce intere di negativo.

In questi anni “[…] seppur continuasse ad essere sedotto dal linguaggio dell’arte, tanto da continuare i reportages sulla Biennale di Venezia, a ritrarre gli artisti al lavoro […] oppure a collaborare con essi per realizzare libri, come quelli di Alexander Calder e di Pietro Consagra, la ricerca di un “certo” sguardo sulla fotografia lo spinse ad andare verso il nucleo vitale del processo fotografico, là dove gli elementi si fanno primari ed essenziali.” [12]

Nel settembre del 1969 documenta Campo Urbano: la manifestazione organizzata nel centro storico di Como da Luciano Caramel, che raccoglie alcuni protagonisti della neoavanguardia italiana. “Campo Urbano\ Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana” è il libro realizzato da Ugo Mulas assieme a Bruno Munari con Luciano Caramel. Sempre a Como presenta una serie di stampe fotografiche montate su supporti lignei in grande formato di intere sequenze fotografiche delle performances e installazioni temporanee realizzate durante l’evento.

Collabora con il regista Virginio Puecher realizzando le scenografie per l’opera lirica “Giro di vite” di Benjamin Britten (Piccola Scala di Milano, 1969) e per il “Wozzeck” di Alban Berg (teatro Comunale di Bologna, 1969). Ugo Mulas sul “Giro di Vite” racconta a Carlo Arturo Quintavalle: “Quando tratti un tema con fantasmi […] non puoi fare delle foto naturalistiche. Ho cercato in Inghilterra un vecchio castello dove c’erano tutti gli ingredienti scenici necessari […]. Sono ricorso ad una elaborazione delle fotografie in laboratorio, ho fatto dei negativi il più possibile fedeli al senso del testo per poi caricarli di una suggestione artificiale, con un’operazione di camera oscura, di laboratorio…ho fatto delle ristampe su carta e poi ho solarizzato l’immagine quel tanto però da renderla ambigua.” [13]

Sempre Mulas per il “Wozzeck”: “[…] abbiamo pensato di individuare quel punto dove la città non c’è più ma dove non c’è ancora la campagna, questa terra di nessuno, questo limite dove spesso si raccol­gono baraccati, relitti della società […]. Sono fotografie di depositi di rifiuti, torri di metallo che portano la corrente elet­trica alla città, le tracce lasciate dagli autocarri e dai bulldozer che stanno scavando delle nuove circonvallazioni, zone tutte dissestate dove non c’è ancora una strada, dove ci sono solo queste gigantesche impronte […] quel limbo”. [14]

Ugo Mulas, per realizzare le scenografie del “Wozzeck”, ritorna nei luoghi che ha già fotografato nella prima metà degli anni Sessanta per i reportages industriali o per le sue ricerche sul paesaggio urbano, immagini che avrebbe poi voluto far confluire nel progetto “Un Archivio per Milano” (1970) ideato come produzione di immagini da mettere a disposizione di chiunque volesse compiere studi sulla città: “Della città vorrei fotografare soprattutto quello che non si conosce; cioè gli interni, le case, quello che non si vede o non si vuol vedere, o che non si vuol fare vedere, anche gli interni pubblici che non conosco, e anche quelli che conosco ma che non ho mai guardato con attenzione…fotografare tutto questo senza la gente; […] vorrei che fosse protagonista una certa struttura portante che chiamiamo città, una struttura inarticolata, che porta una folla anonima, che si ricambia ogni giorno, che ogni giorno passa, che ogni giorno è destinata a passare.”[15]Ecco subito la particolarità di questo progetto, tutt’altro che puramente realista, ma postconcettuale, come si direbbe oggi: mostrare non ciò che si vede, ma in esso ciò che non si vede o non si vuol vedere. [16]

Nel 1970 una grave malattia riduce bruscamente la sua attività e il progetto su Milano, non può essere realizzato “ma le poche immagini di cui disponiamo mostrano una sintonia con le ricerche fotografiche sul paesaggio urbano che si sarebbero sviluppate negli anni Settanta e Ottanta.”. [17]

Nell’autunno del 1969 a Venezia fotografa i gioielli di Arnaldo Pomodoro: “Sceglie una modella di colore, perché meno accademica e convenzionale nelle forme …la scelta lo porta anche ad altri rimandi inevitabili: pensa allora alla scultura negra e all’influenza che ha avuto sull’arte d’avanguardia.” [18]

Nel 1970 nel catalogo della mostra “Amore mio” (organizzata a Montepulciano da Achille Bonito Oliva) pubblica un’opera composta da sei variazioni di un provino che rappresenta la performance “Marcia funebre o della geometria”, realizzata da Paolo Scheggi a Campo Urbano.

“Rispetto ai provini sugli artisti pop in questo lavoro la prospettiva è rovesciata: il provino non è più lo strumento di controllo dell’operazione fotografica ma la verifica del negativo fotografico quale condizione di possibilità di qualsiasi documentazione.[19]

Il lavoro per “Amore Mio” anticipa la presentazione della “Verifica 1 – Omaggio a Niépce” alla quale Mulas lavora dal 1968 al 1970.

Nello stesso anno a Milano documenta gli eventi e le installazioni per il decennale del “Nouveau Réalisme” organizzato da Pierre Restany; a Roma fotografa la mostra “Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960-70” curata da Achille Bonito Oliva al Palazzo delle Esposizioni, nelle cui sale effettua le riprese fotografiche per la Verifica 3 “Il tempo fotografico. A Jannis Kounellis.”. Nel 1971 alla Galleria dell’Ariete di Milano espone la “Verifica 1, Omaggio a Niépce” e la prima versione della “Verifica 2, Autoritratto per Lee Friedlander”. Nello stesso anno organizza la mostra “Künstler in New York 1964. Hommage a Alan Solomon” alla Kunsthalle di Basilea.

Nel 1970 fotografa a Pesaro la mostra di Arnaldo Pomodoro “Sculture nella Città”: “La colonna è un elemento figurativo, e si inserisce bene in un contesto architettonico, anche se Arnaldo se ne serve per fare un discorso critico sulla monumentalità in sé stessa: credo che il titolo che Pomodoro dà a queste colonne spezzate, «movimento di crollo», significhi proprio la fine di un mondo, di una civiltà monumentalistica.”[20]

Sempre nel 1971, porta a termine il volume su Alexander Calder, di cui realizza anche il progetto grafico; pubblica Lo spazio inquieto”, libro sulle sculture di Fausto Melotti con testi di Italo Calvino, Fausto Melotti e Paolo Fossati.

In questi anni Ugo Mulas intensifica l’indagine critica sul proprio lavoro, analisi che costituisce il senso delle “Verifiche”: un insieme formato da 14 opere, strutturato in immagini e testi, volte a definire la materia fotografica e i suoi codici tecnici, linguistici, etici.

Scrive Germano Celant: “Mulas riesce a restituire al fotogramma una vita nascosta. Fa irrompere sulla carta sensibile il fuoco di un essere autonomo, che aveva dimenticato se stesso, divorato dall’occhio dell’altro. Nascono allora le “Verifiche”, fotografie nude e naturali, che vanno sino al fondo delle immagini. Quest’ultimo insieme, (a cui lavorò) sino al 1972, cerca di enfatizzare la graduale scomparsa del soggetto Mulas a favore dell’idea, del concetto e del processo fotografico.” [21]

Nei primi anni del 1970 Mulas inizia la stesura del libro “la Fotografia”, curato da Paolo Fossati con la collaborazione di Antonia Mulas. Il libro presenterà un’esemplare selezione di immagini introdotte da commenti con i quali Mulas consegnerà gli strumenti fondamentali per la comprensione della sua opera.

Nel 1972 registra con Pietro Consagra il dialogo che accompagnerà “Fotografare l’arte”: antologia di immagini sull’opera dello scultore con l’introduzione di Umberto Eco: “Così il dialogo tra uno Scultore e il suo Fotografo esce dal novero delle conversazioni private e si fa documento sulle ambiguità, sulla difficoltà, sul dolore, sulla gioia e sulla felicità di fare arte.” [22]

Sempre nel 1972 presenta alla galleria Multicenter di Milano il portfolio “Marcel Duchamp” e pubblica alcune riflessioni teoriche che integrano il progetto delle Verifiche “aprendo così anche in Italia una stagione di nuovo confronto tra arte contemporanea e fotografia.” [23]

Fra il 1971 e il 1972 insegna Fotografia all’Università di Parma dove, fino ai primi mesi del 1973, organizza con l’amico e curatore Arturo Carlo Quintavalle una retrospettiva della sua opera.

Nella sua abitazione e studio muore a Milano il 2 marzo 1973.

Il 21 aprile del 1973 viene pubblicato il libro “la Fotografia” (Einaudi, Torino 1973).

Nel mese successivo si inaugura la retrospettiva a Palazzo della Pilotta: “Ugo Mulas. Immagini e Testi” all’istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Parma; è esposta per la prima volta la serie completa delle “Verifiche”. Le immagini selezionate per il catalogo “Ugo Mulas. Immagini e Testi” a cura di Carlo Arturo Quintavalle, sono introdotte da una lunga intervista autobiografica.

Nel giugno del 1973 viene pubblicato il libro realizzato con Pietro Consagra “Fotografare l’arte”.

“Critico raffinato e anticipatore sensibile del nuovo statuto estetico e concettuale dell’arte, Mulas intese la fotografia quale ambito imprescindibile per indagare gli sviluppi più fecondi della scena contemporanea. Fu il primo fotografo italiano a costruire una strategia critica del proprio lavoro: in questo senso la sua opera non può essere giudicata solamente dalle immagini ma va intesa come un complesso progetto che si concluse, alla fine della sua vita, con la realizzazione delle Verifiche e la pubblicazione di una serie simultanea di opere autobiografiche e autocritiche. Libri come La fotografia, a cura di Paolo Fossati e, Fotografare l’arte, scritto in dialogo con Pietro Consagra, sono strumenti imprescindibili per comprendere l’opera del fotografo, dell’artista e del critico.” [24]

[1] Ugo Mulas, La fotografia, a cura di Paolo Fossati, Torino, Einaudi, 1973
[2] Ugo Mulas, Vent’anni di Biennale – 1954-1972, testi di Tommaso Trini, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1988
[3] Elio Grazioli, “Ugo Mulas”, Bruno Mondadori, Milano, 2010
[4] Ugo Mulas: immagini e testi, di A. C. Quintavalle e U. Mulas, Università di Parma, 1973
[5] Ugo Mulas, La fotografia, a cura di Paolo Fossati, Torino, Einaudi, 1973
[6] Ugo Mulas: immagini e testi, di A. C. Quintavalle e U. Mulas, Università di Parma, 1973
[7] Elio Grazioli, “Ugo Mulas”, Bruno Mondadori, Milano, 2010
[8] Ugo Mulas, La fotografia, a cura di Paolo Fossati, Torino, Einaudi, 1973
[9] Ugo Mulas, La fotografia, a cura di Paolo Fossati, Torino, Einaudi, 1973
[10] Germano Celant, Ugo Mulas, Milano, Federico Motta editore, 1989
[11] Elio Grazioli, “Ugo Mulas”, Bruno Mondadori, Milano, 2010
[12] Germano Celant, Ugo Mulas, Milano, Federico Motta editore, 1989
[13] Ugo Mulas: immagini e testi, di A. C. Quintavalle e U. Mulas, Università di Parma, 1973
[14] Ugo Mulas: immagini e testi, di A. C. Quintavalle e U. Mulas, Università di Parma, 1973
[15] Ugo Mulas: immagini e testi, di A. C. Quintavalle e U. Mulas, Università di Parma, 1973
[16] Elio Grazioli, “Ugo Mulas”, Bruno Mondadori, Milano, 2010
[17] Giuliano Sergio, Ugo Mulas 1953 – 1973: Verifiche dell’Arte, in Ugo Mulas. La scena dell’arte, Electa, Milano, 2007
[18] Elio Grazioli, “Ugo Mulas”, Bruno Mondadori, Milano, 2010
[19] Giuliano Sergio, Ugo Mulas 1953 – 1973: Verifiche dell’Arte, in Ugo Mulas. La scena dell’arte, Electa, Milano, 2007
[20] Ugo Mulas, La fotografia, a cura di Paolo Fossati, Torino, Einaudi, 1973
[21] Germano Celant, Ugo Mulas, Milano, Federico Motta editore, 1989
[22] Umberto Eco, Introduzione in Fotografare l’arte, Pietro Consagra – Ugo Mulas, Fratelli Fabbri, Milano, 1973
[23] Giuliano Sergio, Ugo Mulas 1953 – 1973: Verifiche dell’Arte, in Ugo Mulas. La scena dell’arte, Electa, Milano, 2007
[24] Giuliano Sergio, Ugo Mulas, voce biografica in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 77, Treccani, 2012

bibliografia

MONOGRAFIE
 

1961

  • L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weil: uno spettacolo del Piccolo Teatro di Milano, regia di Giorgio Strehler, fotocronaca di Ugo Mulas, Cappelli, Bologna.

1962

  • Invito a Venezia. Fotografie di Ugo Mulas, Testi di Michelangelo Muraro, introduzione di Peggy Guggenheim, Mursia, Milano
  • Schweyk nella seconda guerra mondiale di Bertolt Brecht: uno spettacolo del Piccolo Teatro di Milano, regia di Giorgio Strehler, fotocronaca di Ugo e Mario Mulas, Cappelli, Bologna

1964

  • David Smith: Voltron. Testi di Giovanni Carandente, fotografie di Ugo Mulas e David Smith
  • Institute of Contemporary Art – University of Pennsylvania
  • Harry N. Abrams, Inc. Publishers, New York.

1965

  • Villa Montale, Fotografie di Ugo Mulas, Testo di Giorgio Zampa, Rivista Pirelli, nr 5-6, ottobre, novembre, dicembre, Milano
  • Ravenna una capitale, a cura di Vittorio Emiliani e Tino Dalla Valle, Edizioni Alfa, Bologna

1966

  • “Giovanni Pintori”, Di Libero Bigiarietti, Libero De Libero, Imago – Bassoli Fotoincisioni, Milano
  • Lucio Fontana, “Manifiesto Blanco”, a cura di Guido Le Moci e Ugo Mulas, Galleria Apollinaire, Milano

1967

  • New York: arte e persone/New York: the new art scene, fotografie di Ugo Mulas, Testo di Alan Solomon, Design di Michele Provinciali, Longanesi, Milano; Holt Reinhardt & Wiston, New York; Lumen, Barcellona
  • Alik Cavaliere, Fotografie di Ugo Mulas, testi di Guido Ballo
  • New York: The New Art Scene, catalogo della mostra, Galleria Il Diaframma, Milano, 20 novembre – 14 dicembre.  testo di A. Solomon
  • Le Vetrerie Bormioli, catalogo di prodotto, testo Pietro Bianchi, progettazione grafica Michele Provinciali, fotografie Ugo Mulas
  • Lanerossi Ieri, Lanerossi Oggi, 2 voll, pubblicazione aziendale, Arti Grafiche Amilcare Pizzi, Milano

1968

  • Lucio Fontana, con poesie di Nanni Balestrini, Milano, Achille Mauri.
  • Annalisa Cima, Con Marianne Moore, Milano, Scheiwiller.
  • La Rinascente: Cinquant’anni di vita italiana, 3 voll, pubblicazione aziendale, poligrafico Colombi, Milano

1969

  • Campo Urbano. Interventi estetici nella dimensione collettiva urbana. Como, 21 settembre 1969, a cura di Luciano Caramel, Ugo Mulas, Bruno Munari, Editrice Cesare Nani, Como

1970

  • Annalisa Cima, Allegria di Ungaretti, Milano, Scheiwillier.

1971

  • Arnason, Calder, Silvana Editoriale d’Arte, Milano.
  • Calder, Fotografie e design di Ugo Mulas, Introduzione di Harvard Arnason
  • The Viking Press, New York.
  • Italo Calvino, “Fausto Melotti, Lo Spazio Inquieto”, a cura di Paolo Fossati, Torino, Einaudi.
  • Astori prefabbricati in cemento armato – Catalogo di prodotto, grafica Adelaide Acerbi, foto Ugo Mulas, giugno 1971

1973

  • Fotografare l’arte, Pietro Consagra – Ugo Mulas, con introduzione di Umberto Eco, Fratelli Fabbri, Milano
  • Ugo Mulas: immagini e testi, catalogo della mostra, testi di A. C. Quintavalle e U. Mulas, Università di Parma.

1974

  • Libro per le sculture di Arnaldo Pomodoro, Francesco Leonetti, Ugo Mulas
  • Interventi di Guido Ballo, Alberto Boatto, Gillo Dorfles, presentazione di Sam Hunter, Gabriele Mazzotta Editore, Milano.
  • Le verifiche e la storia delle Biennali, catalogo mostra a cura di T. Trini, Venezia, Edizioni La Biennale.
  • Ugo Mulas fotografo, catalogo della mostra a cura di C. Huber, Basilea, Schwabe & Co.

1975

  • Der Bildhauer, Willhelm Weber, Cristoph Voll, (catalogo della mostra)
    Galleria del levante, Milano.

1976

  • Lodi e P. Maccarini, “Trenta bambini. Mulas Una città. Diario di una gita a Venezia”, Edizioni Biennale di Venezia, Venezia.

1982

  • Ugo Mulas, Alexandre Calder a Saché e a Roxbury, testo di Giulio Carlo Argan (catalogo della mostra Galleria dell’Immagine, Palazzo Gambalunga, 24 aprile – 29 maggio, Rimini), Nava Milano.
  • Ugo Mulas, David Smith working in Italy, testo di Sophie Chandler Consagra (catalogo della mostra Accademia americana, Roma, 10 dicembre – 20 gennaio)

1984

  • Ugo Mulas, fotografo 1928-1973, Hendel Teicher, Walter Binder, (catalogo mostra Ugo Mulas, fotografo 1928-1973, Musée Rath, Ginevra 18 ottobre- 25 novembre 1984; Kunsthaus, Zurigo, 12 gennaio- 17 marzo 1985), Musée d’art et d’historie, Fondation Suisse pour la Photographie, Ginevra.

1986

  • Ugo Mulas, fotografo 1928-1973, testi di A. Mulas, W. Schonenberger, H. Teicher (catalogo della mostra, Villa Malpensata, Lugano, 1 marzo – 13 aprile), Edizioni Città di Lugano, Lugano.

1988

  • Ugo Mulas, Vent’anni di Biennale – 1954-1972, testi di Tommaso Trini, Milano, Arnoldo Mondadori Editore.
  • Ugo e gli scultori. Fotografie di Ugo Mulas dal 1960 al 1970, testo di C. Battaglia (catalogo della mostra “Ugo e gli scultori. Fotografie di Ugo Mulas dal 1960 al 1970”, Galleria l’Isola, Roma, febbraio), Edizioni l’Isola, Roma.

1989

  • Ugo Mulas, Germano Celant, (catalogo della mostra Ugo Mulas 1953-1972, a cura di Germano Celant, Rotonda di via Besana, Milano, dicembre – febbraio 1990), Milano, Federico Motta editore.

1992

  • Una città piena di sculture: Spoleto 1962, Giovanni Carandente, fotografie di Ugo Mulas, Electa Editori Umbri, Perugia.

1994

  • Ugo Mulas. Mosca 1960, New York 1964, testo di Francesco Leonetti, (catalogo della mostra “Mosca 1960, New York 1964” cura Archivio Ugo Mulas, Comune di Follonica, luglio), Archivio Ugo Mulas.

1995

  • David Smith in Italy. Fotografie di Ugo Mulas, testi di C. Smith (catalogo della mostra “David Smith in Italy”, Fondazione Prada, Milano, 16 maggio – 30 giugno) , Edizioni Charta – Prada MilanoArte, Milano.
  • Ugo Mulas. Incontri, 1954 – 1972, testi di A. Mulas e G. Paolini (catalogo della mostra, “Ugo Mulas. Incontri 1954-1972”, Galleria Franca Mancini, Pesaro, 30 luglio – 10 settembre) Edizioni Franca Mancini, Pesaro.

1996

  • David Smith. Fotografìas Ugo Mulas a cura di C. Gimenez (catalogo della mostra “David Smith. Con fotografìas de Ugo Mulas”, a cura di C. Gimenez Institute Valencia d’Art Modern, Valencia, 18 gennaio – 31 marzo; Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia, Madrid, 23 aprile – 1 luglio), Edizioni El Viso, Valencia.

2004

  • Dentro La Fotografia, a cura di Elio Grazioli – Archivio Ugo Mulas (catalogo della mostra, a cura di Elio Grazioli, MAN museo d’arte moderna di Nuoro, 01 luglio – 19 settembre) Edizioni MAN, Nuoro

2007

  • Ugo Mulas. La scena dell’arte. A cura di Pier Giovanni Castagnoli, Carolina Italiano, Anna Mattirolo, Electa, Milano

2008

  • Ugo Mulas La scena dell’Arte. Photocolors, a cura di Pier Giovanni, Electa, Milano
  • Fausto Melotti with photos by Ugo Mulas, a cura di Elena Geuna, R. Miracco, Edizione Charta, Milano.
  • Ugo Mulas/Alexander Calder, Introduzione di G.C. Argan, L’officina Libraria, Milano
  • Ugo Mulas fotografa Arnaldo Pomodoro. A cura di Angela Vettese, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano

2010

  • Ugo Mulas. Vitalità del negativo, a cura di Giuliano Sergio, Johan & Levi, Milano
  • Elio Grazioli, “Ugo Mulas”, Bruno Mondadori, Milano

2014

  • Ugo Mulas. Circus Calder. Con testi di Valerio Dehò e Barbara Nesticò. Corraini Edizioni, Mantova

2015

  • Ugo Mulas, La Photographie, Le Point du Jour

2016

  • Ugo Mulas: The Sensitive Surface, catalogo della mostra (Galleria Lia Rumma, Milano / Napoli, novembre 2014- febbraio 2015), a cura di T. Kukielski, Milano

2017

  • Ugo Mulas. Danimarca 1961, testi di Dario Borso e Giorgio Zampa, Humboldt Books, Milano

2019

  • Ugo Mulas. Intrecci Creativi/Creative Intersections, a cura di Francesca Pola, Marsilio – R+V, Venezia
 
 
MOSTRE COLLETTIVE SELEZIONATE

 

1973

  • Combattimento per un’immagine, a cura di Daniela Palazzoli, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Contemporanea, Parcheggio di Villa Borghese, Roma, novembre 1973 – febbraio 1974.

1977

  • Documenta 6, Museum Fridericianum, Kassel, 14 giugno – 14 novembre.
  • L’occhio di Milano, 48 fotografi 1945/1977, Rotonda di via Besana, Milano, novembre. Photography as Art-Art as Photography, Kassel, settembre.

1983

  • La sperimentazione negli anni 1930/1970, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna, 19 febbraio – 14 marzo.

1986

  • Alberto Giacometti, Bündner Kunstmuseum, Chur, 25 gennaio – 31 marzo.

1988

  • Fotografi ed eventi artistici in Italia dal 1960 al 1980. Storie dell’occhio, Galleria Civica, Modena, 27 marzo – 15 maggio; Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano, 14 ottobre – 27 gennaio 1989.
  • L’Italia negli anni della Pop, Vente Museum, Giappone, 12 dicembre – 17 febbraio 1993

1994

  • The Italian Metamorphosis, 1943-1968, Solomon R. Guggenheim Museum, New York, 7 ottobre – 22 gennaio 1995
  • Kunst Museum Wolfsburg, maggio-settembre 1995.

1995

  • The Patient Planet. A History of World in 255 Photographs du 1941/1995, Holderbank, Svizzera, 1 settembre – 30 novembre
  • Museum fur Kunst und Gewerbe, Amburgo, 28 marzo – 23 giugno 1996; RMIT Gallery, Melbourne, 24 luglio-13 agosto 2000.

1997

  • L’empreinte, Centre Georges Pompidou, Parigi, 19 febbraio – 19 maggio.

1999

  • Minimalia: An Italian Vision in 20th Century Art, MoMA PS1 Contemporary Art Center, New York, 10 ottobre – 10 gennaio 2000.

2001

  • Pino Pascali, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid, 18 ottobre -7 gennaio 2002.
  • Lucio Fontana a otica do invisìvel, Centro Cultural Banco do Brasil, Rio de Janeiro, novembre; Brasilia, febbraio 2002; San Paolo, aprile 2002.

2002

  • Portrait of the Art World: A Century of Artnews Photographs, New York Historical Society;
  • International Gallery S. Dillon Ripley Center Smithsonian Institution, Washington; Elmhurst Art Museum, Elmhurst, Illinois; Museum of New Mexico, Museum of Fine Arts, Santa Fe, 27 settembre – 2 gennaio 2004
  • Barnett Newman, Philadelphia Museum of art, Philadelphia, 24 marzo 2002- 7 luglio 2002

2004

  • Calder-Mirò, Fondazione Beyeler, Basilea.

2005

  • Lo sguardo Italiano. Fotografie di Moda dal 1951 a oggi, a cura di Maria Luisa Frisa con Francesco Bonami e Anna Mattirolo, rotonda di via Besana, Milano, 25 febbraio – 20 marzo.

2007

  • Warhol on Warhol, La Casa Encendida, Madrid 22 Novembre -20 Gennaio 2008

2010

  • Roy Lichtenstein. Meditations on art, a cura di Gianni Mercurio, La Triennale, Milano, 26 gennaio – 30 maggio
  • A Roma la nostra era Avanguardia, a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola. Catalogo della mostra, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Roma, 23 gennaio – 5 aprile
  • Il grande gioco. Forme d’Arte in Italia 1947 – 1989, Luigi Cavadini, Bruno Corà, Giacinto Di Pietrantonio, Museo d’arte contemporanea, Lissone; Rotonda di via Besana, Milano, GAMeC, Bergamo; 24 febbraio – 9 maggio 2010

2011

  • Italian Zero & Avantgarde 60’s, a cura di Nanda Vigo, Allegra Ravizza, Alberto Podio
  • MAMM – Multimedia Art Museum Moscow, Mosca, 13 settembre – 30 ottobre 2011

2012

  • Coming into Fashion. A Century of Photography at Condé Nast, C/O Berlin, 18 agosto-4 novembre 2012; FORMA Milano, 17 gennaio-7 aprile 2013.
  • Addio Anni 70. Arte a Milano 1969 – 1980, a cura di Francesco Bonami e Paola Nicolin, Palazzo Reale, Milano, 31 maggio – 2 settembre

2014

  • Bellissima. L’Italia dell’Alta Moda 1945 – 1968, acura di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo, Stefano Tonchi, MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma, 2 dicembre – 3 maggio 2015

2015

  • Frammenti Expo ’67: Alexander Calder e Emilio Vedova, a cura di Germano Celant con Fabrizio Gazzarri, Magazzino del Sale e Spazio Vedova, Zattere, Venezia, 6 maggio-18 ottobre 2015.
  • Qu’est-ce que la Photographie?, a cura di Clement Cheroux e Karolina Ziebinska – Lewandowska, Centre national d’art e de Culture Georges Pompidou, Parigi, 4 marzo – 15 giugno
  • Arts & Foods. Rituali dal 1951, a cura di Germano Celant, La Triennale di Milano, 9 aprile – 1 novembre.

2018

  • L’Italia dei Fotografi. 24 Storie d’Autore, a cura di Denis Curti, M9 – Museo del ‘900, Mestre, 22 dicembre 2018 – 16 giugno 2019.

2020

  • Le Muse Inquiete. La Biennale di Venezia di fronte alla storia, a cura di Cecilia Alemani Alberto Barbera, Marie Chouinard, Ivan Fedele, Antonio Latella, Hashim Sarkis,  Giardini della Biennale, Padiglione Centrale, Venezia, 29 agosto – 8 dicembre.

2021

  • A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita, a cura di Achille Bonito Oliva e Carolyn Christov- Bakargiev, Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli, 24 giugno 2021 – 9 gennaio 2022.

2022

  • NEW YORK: 1962 – 1964, a cura di Germano Celant, The Jewish Museum, New York, 22 luglio – 8 gennaio 2023.
  • Renverser ses yeux. Autour de l’Arte Povera 1960 – 1970. Photographie, film, vidéo, a cura di Quentin Bajac, Diane Dufour, Giuliano Sergio, Jeu de Paume/LE BAL, Parigi, 11 ottobre – 29 gennaio 2023.
 
 
MOSTRE PERSONALI

 

1960

  • XII Triennale di Milano, Palazzo dell’Arte, a cura di Lamberto Vitali La Triennale, Milano, 16 luglio – 4 novembre
  • Piccolo Teatro, Milano

1967

  • New York: The New Art Scene, Galleria Il Diaframma, Milano, 20 novembre – 14 dicembre.

1971

  • Kunstler in New York 1964 “Homage a Alan Solomon”, Kunsthalle, Berna.
  • Verifiche, Galleria dell’Ariete, Milano, dicembre.

1972

  • Marcel Duchamp, Galleria Multicenter, Milano, 12 dicembre.

1973

  • Ugo Mulas. Immagini e testi, a cura di Arturo Carlo Quintavalle, Palazzo della Pilotta, Università di Parma, maggio.

1974

  • Le Verifiche e la storia delle Biennali, a cura di Antonia Mulas e Tommaso Trini, Magazzini del Sale alle Zattere, Venezia, 16 ottobre – 15 novembre.
  • Ugo Mulas fotografo, Kunsthalle, Basilea, 19 ottobre – 24 novembre.

1978

  • L’Avanguardia americana, fotografie di Ugo Mulas, Villa Panza di Biumo, Varese, 15 ottobre – 12 novembre.

1980

  • Verifiche, Galleria Peccolo, Livorno.

1982 

  • Ugo Mulas, “Alexander Calder a Saché e a Roxbury 1961-1965”, Galleria dell’Immagine, Palazzo Gambalunga, Rimini, 24 aprile – 29 maggio.
  • Sculture nella città, XXV Festival dei Due Mondi, Palazzo Comunale, Spoleto, giugno.
  • Ugo Mulas, David Smith working in Italy, Accademia americana, Roma, 10 dicembre – 20 gennaio 1983.

1983

  • Palazzo Todeschini, Desenzano del Garda,,21 dicembre 1983 – 22 gennaio 1984.

1984

  • Ugo Mulas, fotografo 1928-1973, Musée Rath, Ginevra, 18 ottobre – 25 novembre 1984

1985

  • Ugo Mulas, fotografo 1928-1973, Kunsthaus, Zurigo, 12 gennaio – 17 marzo.

1986

  • Ugo Mulas, fotografo 1928-1973, Villa Malpensata, Lugano, 1 marzo – 13 aprile. Le Biennali”, Castello di Lerici.
  • Ugo Mulas Photographs, New York Art Scene ’60s, M. Gallery, Tokyo, 12 -13 maggio 1986

1988

  • Ugo e gli scultori. Fotografie di Ugo Mulas dal 1960 al 1970, Galleria l’Isola, Roma, febbraio.

1989

  • Ugo Mulas 1953-1972, a cura di Germano Celant, Rotonda di via Besana, Milano, dicembre – febbraio 1990.

1990

  • La scena dell’arte, Ugo Mulas, Galleria civica, Teatro Storchi, 20 ottobre – 9 dicembre, Modena.
  • Melotti e Mulas, fotografie, Museo Cantonale d’Arte, Lugano, 22 giugno -14 ottobre.
  • Ugo Mulas fotografa Andy Warhol, Galleria Gottardo, Lugano, 18 settembre – 17 novembre.
  • Russia 1960, Galleria Bedoli, Viadana, 8 dicembre 1990 – 6 gennaio 1991.

1992

  • La mémoire de l’art 1960-1970 a cura di Laura Serani Gallerie Photo-FNAC, Parigi, 4 novembre – 2 gennaio 1993.
  • Ugo Mulas, a cura di Germano Celant, Palazzo Braschi, Roma
  • Ugo Mulas, a cura dell’Archivio Ugo Mulas, Palazzo Albertini, Pozzolengo, Brescia.
  • Ugo Mulas, the New York art scene in the 60’s and other photographs” Knoedler Gallery, New York, maggio.
  • Mosca 1960, New York 1964, a cura di Archivio Ugo Mulas, Comune di Follonica, luglio.

1995

  • David Smith in Italy, fotografie di Ugo Mulas, a cura di C. Gimenez, Fondazione Prada, Milano, 16 maggio – 30 giugno.
  • Ugo Mulas. Incontri 1954-1972, a cura di Antonia Mulas, Galleria Franca Mancini, Pesaro, 30 luglio – 10 settembre.

1996

  • David Smith. Con fotografìas de Ugo Mulas, a cura di C. Gimenez Institute Valencia d’Art Modern, Valencia, 18 gennaio – 31 marzo; Museo Nacional Centro De Arte Reina Sofia, Madrid, 23 aprile – 1 luglio.

1998

  • Lucio Fontana, Studio Casoli, Milano, dicembre.

1999

  • Lucio Fontana, Marcel Duchamp, Studio Casoli, Roma, marzo.
  • Ugo Mulas, Lucio Fontana. Portfolio, Studio Casoli, Milano.
  • Ezra Pound e i poeti di Ugo Mulas, Associazione tempo reale, Merano, 24 aprile – 24 maggio.

2000

  • Teatro della visione. Ugo Mulas. Per Ossi di seppia/Eugenio Montale, Piccolo Teatro di Milano, 10 aprile – 14 maggio.
  • Alik Cavaliere – Ugo Mulas: un racconto, Centro Artistico Alik Cavaliere, Milano, 29 maggio – 17 giugno.
  • Un Archivio per Milano, Galleria Carla Sozzani, Milano, 5 ottobre – 5 novembre.
  • Sequences 1964-1965, Leo Castelli Gallery, New York, 17 ottobre – 9 dicembre.

2001

  • Marcel Duchamp, Lenz Teatro, Parma, 9 settembre – 10 ottobre.

2002

  • Ugo Mulas a New York. Pop Art 1964-1965, Fnac Verona, 26 novembre – 18 gennaio 2003; Fnac Milano, 7 aprile – 14 maggio; Fnac Genova, 11 luglio – 18 settembre.
  • Duchamp, Fontana, Pascali, Galleria Grossetti, Milano, 16 dicembre – 31 gennaio 2003.

2004

  • Dentro La Fotografia, a cura di Elio Grazioli – Archivio Ugo Mulas  MAN museo d’arte moderna di Nuoro, 01 luglio – 19 settembre

2008

  • Ugo Mulas. La scena dell’arte. A cura di Pier Giovanni Castagnoli, Carolita Italiano, Anna Mattirolo; Milano, Padiglione d’arte contemporanea (PAC), 05 dicembre 2007- 10 febbraio 2008; Roma, MAXXI, 04 dicembre 2007- 02 marzo 2008; Torino, Galleria d’arte moderna (GAM), 26 giugno 2008-19 ottobre 2008.

2009

  • Ugo Mulas, Sezione Ufficiale in Photoespana. The Everyday, a cura di Enrica Viganò, BBVA, Sala des Esposiciones Azca, 2 giugno – 26 luglio 2009, Madrid
  • Alexander Calder nelle fotografie di Ugo Mulas, a cura di Piergiovanni Castagnoli, in Calder, a cura di Alexander C. Rower, Palazzo delle Esposizioni, 23 ottobre 2009 – 14 febbraio 2010, Roma

2010

  • Ugo Mulas, Verifica dell’Arte, a cura di Archivio Ugo Mulas e Giuliano Sergio, Villa Pignatelli, 28 dicembre 2010 – 28 febbraio 2011, Napoli

2011

  • Video Installazione “Como Campo Urbano 1969” a cura di Archivio Ugo Mulas in Fuori! a cura di Silvia Bignami, Alessandra Pioselli, Marina Pugliese, Museo del 900, 15 aprile – 4 settembre 2011
  • Ugo Mulas, sezione personale in Unicità d’Italia, a cura di Enrico Morteo, Palazzo delle Esposizioni, 30 maggio – 25 settembre 2011, Roma

2012

  • Ugo Mulas. Esposizioni, a cura di Archivio Ugo Mulas e Giuliano Sergio, La Triennale, Milano, 14 giugno – 9 settembre 2012

2014

  • Ugo Mulas. Circus Calder, a cura di Valerio Dehò, Merano Arte – Edificio Cassa di Risparmio, 31 gennaio – 18 maggio
  • Ugo Mulas. The Sensitive Surface, a cura di Tina Kukielski, Galleria Lia Rumma, Milano / Napoli, novembre 2014- febbraio 2015

2015

  • Ugo Mulas, La Photographie Le Point du Jour, Cherbourg-Octeville, 18 ottobre 2015- 03 gennaio 2016; Fondation Henri Cartier-Bresson, Paris, 15 gennaio 2016- 24 aprile 2016.
  • Sezione personale in “Fausto Melotti. L’incertezza”. A cura di Eva Fabbris e Cristiano Raimondi, NMNM – Nouveau Musée National de Monaco, Villa Paloma, 9 luglio – 17 gennaio 2016

2017

  • Sezione personale in “New York New York. Arte Italiana. La riscoperta dell’America” a cura di Francesco Tedeschi con Francesca Pola e Federica Boragina, Museo del 900/Gallerie d’Italia, Milano, 13 aprile – 17 settembre

2018

  • Sezione personale in “Lichtenstein e la Pop Art Americana”, a cura di Walter Guadagnini e Stefano Roffi, Fondazione Magnani Rocca, 8 settembre – 9 dicembre
  • Sezione personale in Camera Pop. La fotografia nella Pop Art di Warhol, Schifano & Co. a cura di Walter Guadagnini, Camera – Centro Italiano per la Fotografia, Torino, settembre 2018– gennaio 2019

2019

  • Ugo Mulas. Intrecci Creativi/Creative Intersections, a cura di Francesca Pola, Robilant + Voena, Londra, 4 marzo – 24 maggio
  • Ugo Mulas. New York. The New Art Scene, a cura di Hendel Teicher, Matthew Marks Gallery, New York, 26 giugno – 16 agosto
  • Sezione personale in “Lucio Fontana. Retrospective”, Multimedia Art Museum, a cura di Olga Sviblova e Elena Geuna in collaborazione con Fondazione Lucio Fontana, Mosca, 27 novembre-23 febbraio 2020.

2021

  • Ugo Mulas. Portraits, Galleria Parra & Romero, Madrid, 29 aprile – 30 giugno; Ibiza, 9 luglio – 31 agosto
  • Ugo Mulas. Danimarca 1961, Istituto Italiano di Cultura, Copenhagen, 16 giugno – 20 agosto

2022

  • Sezione personale in “Lucio Fontana. Autoritratto. Opere 1931 – 1967”, a cura di Walter Guadagnini, Gaspare Luigi Marcone e Stefano Roffi, Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo, Parma, 12 marzo – 3 luglio
  • Dialoghi. Pino Pascali e Ugo Mulas. L’Uomo Vogue, a cura di Alessio de’ Navasques in collaborazione con Archivio Ugo Mulas, Fondazione Pino Pascali – Museo di Arte Contemporanea, Polignano a Mare, 15 luglio – 6 novembre. 
 
 
MOSTRE COLLETTIVE SELEZIONATE

1973

  • Combattimento per un’immagine, a cura di Daniela Palazzoli, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Contemporanea, Parcheggio di Villa Borghese, Roma, novembre 1973 – febbraio 1974.

1977

  • Documenta 6, Museum Fridericianum, Kassel, 14 giugno – 14 novembre.
  • L’occhio di Milano, 48 fotografi 1945/1977, Rotonda di via Besana, Milano, novembre. Photography as Art-Art as Photography, Kassel, settembre.

1983

  • La sperimentazione negli anni 1930/1970, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna, 19 febbraio – 14 marzo.

1986

  • Alberto Giacometti, Bündner Kunstmuseum, Chur, 25 gennaio – 31 marzo.

1988

  • Fotografi ed eventi artistici in Italia dal 1960 al 1980. Storie dell’occhio, Galleria Civica, Modena, 27 marzo – 15 maggio; Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano, 14 ottobre – 27 gennaio 1989.

1991

  • L’Italia negli anni della Pop, Vente Museum, Giappone, 12 dicembre – 17 febbraio 1993

1994

  • The Italian Metamorphosis, 1943-1968, Solomon R. Guggenheim Museum, New York, 7 ottobre – 22 gennaio 1995; Kunst Museum Wolfsburg, maggio-settembre 1995.

1995

  • The Patient Planet. A History of World in 255 Photographs du 1941/1995, Holderbank, Svizzera, 1 settembre – 30 novembre; Museum fur Kunst und Gewerbe, Amburgo, 28 marzo – 23 giugno 1996; RMIT Gallery, Melbourne, 24 luglio-13 agosto 2000.

1997

  • L’empreinte, Centre Georges Pompidou, Parigi, 19 febbraio – 19 maggio.

1999

  • Minimalia: An Italian Vision in 20th Century Art, MoMA PS1 Contemporary Art Center, New York, 10 ottobre – 10 gennaio 2000.

2001

  • Pino Pascali, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid, 18 ottobre -7 gennaio 2002.
  • Lucio Fontana a otica do invisìvel, Centro Cultural Banco do Brasil, Rio de Janeiro, novembre; Brasilia, febbraio 2002; San Paolo, aprile 2002.

2002

  • Portrait of the Art World: A Century of Artnews Photographs, New York Historical Society;
  • International Gallery S. Dillon Ripley Center Smithsonian Institution, Washington; Elmhurst Art Museum, Elmhurst, Illinois; Museum of New Mexico, Museum of Fine Arts, Santa Fe, 27 settembre – 2 gennaio 2004
  • Barnett Newman, Philadelphia Museum of art, Philadelphia, 24 marzo 2002- 7 luglio 2002

2004

  • Calder-Mirò, Fondazione Beyeler, Basilea.

2007

  • Warhol on Warhol, La Casa Encendida, Madrid 22 Novembre -20 Gennaio 2008

2010

  • Roy Lichtenstein. Meditations on art, a cura di Gianni Mercurio, La Triennale, Milano, 26 gennaio – 30 maggio
  • A Roma la nostra era Avanguardia, a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola. Catalogo della mostra, MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, Roma, 23 gennaio – 5 aprile
  • Il grande gioco. Forme d’Arte in Italia 1947 – 1989, Luigi Cavadini, Bruno Corà, Giacinto Di Pietrantonio, Museo d’arte contemporanea, Lissone; Rotonda di via Besana, Milano, GAMeC, Bergamo; 24 febbraio – 9 maggio 2010

2012

  • Coming into Fashion. A Century of Photography at Condé Nast, C/O Berlin, 18 agosto-4 novembre 2012; FORMA Milano, 17 gennaio-7 aprile 2013.
  • Addio Anni 70. Arte a Milano 1969 – 1980, a cura di Francesco Bonami e Paola Nicolin, Palazzo Reale, Milano, 31 maggio – 2 settembre

2014

  • Bellissima. L’Italia dell’Alta Moda 1945 – 1968, acura di Maria Luisa Frisa, Anna Mattirolo, Stefano Tonchi, MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, Roma, 2 dicembre – 3 maggio 2015

2015

  • Frammenti Expo ’67: Alexander Calder e Emilio Vedova, a cura di Germano Celant con Fabrizio Gazzarri, Magazzino del Sale e Spazio Vedova, Zattere, Venezia, 6 maggio-18 ottobre 2015.
  • Qu’est-ce que la Photographie?, a cura di Clement Cheroux e Karolina Ziebinska – Lewandowska, Centre national d’art e de Culture Georges Pompidou, Parigi, 4 marzo – 15 giugno
  • Arts & Foods. Rituali dal 1951, a cura di Germano Celant, La Triennale di Milano, 9 aprile – 1 novembre.

2018

  • L’Italia dei Fotografi. 24 Storie d’Autore, a cura di Denis Curti, M9 – Museo del ‘900, Mestre, 22 dicembre 2018 – 16 giugno 2019.

2020

  • Le Muse Inquiete. La Biennale di Venezia di fronte alla storia, a cura di Cecilia Alemani Alberto Barbera, Marie Chouinard, Ivan Fedele, Antonio Latella, Hashim Sarkis,  Giardini della Biennale, Padiglione Centrale, Venezia, 29 agosto – 8 dicembre.

2021

  • A.B.O. THEATRON. L’Arte o la Vita, a cura di Achille Bonito Oliva e Carolyn Christov- Bakargiev, Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli, 24 giugno 2021 – 9 gennaio 2022.

2022

  • NEW YORK: 1962 – 1964, a cura di Germano Celant, The Jewish Museum, New York, 22 luglio – 8 gennaio 2023.
  • Renverser ses yeux. Autour de l’Arte Povera 1960 – 1970. Photographie, film, vidéo, a cura di Quentin Bajac, Diane Dufour, Giuliano Sergio, Jeu de Paume/LE BAL, Parigi, 11 ottobre – 29 gennaio 2023.
 
 
PORTFOLIO

1972

  • Marcel Duchamp, Portfolio con testo di Ugo Mulas, Edizioni Galleria Multicenter, Milano
  • Le Verifiche, 1 e 2, portfolio, Milano, L’Ariete Grafica.

1999

  • “Ugo Mulas, Lucio Fontana. Portfolio”, Studio Casoli, Milano.